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1
MAR | 2021
Il Negramaro di Puglia
Ciao a tutti lettori del blog “Oh My Foody Stories”, è un vero piacere poter scrivere qualcosina di me e della mia esperienza nel mondo del food & beverage italiano. Mi presento: mi chiamo Giuseppe Lo Vecchio, sono un sommelier ed ho vissuto fino all'età di 20 anni a Latiano, un piccolo paesino pugliese della provincia di Brindisi da dove sono poi partito, come tanti e per lavoro, trasferendomi a Milano.

Al nord
Durante i miei 10 anni trascorsi al nord ho iniziato ad approcciarmi e a conoscere meglio il mondo e la grande storia dell’enogastronomia lombarda e piemontese. Ho ancora impressi nella mente la meraviglia dei paesaggi delle due regioni: ampie vallate di vitigni che scolpiscono le colline e che si perdono all’orizzonte. Ed era proprio in queste vallate che amavo perdermi anch'io per poi ritrovarmi in agriturismi e locande dove ogni esperienza era unica, indimenticabile ed intrisa di storie da ascoltare, piatti tipici del luogo da degustare e…vino! E fu proprio con quest’ultimo che sbocciò l’amore, un amore che mi appassionò a tal punto da farmi intraprendere un percorso che mi portò nel 2013 a diventare un sommelier.

RItorno al sud
Dopo l’esperienza al nord tornai in Puglia ed iniziai a scoprire i vitigni pugliesi. Mi piacerebbe citarne uno in particolare,  forse uno dei più famosi: il Negramaro. La storia ci insegna che è approdato in Puglia grazie ai Greci nel XVIII secolo a.c. La parola “Negramaro” deriva per metà dal latino “Niger”, e cioè nero come il colore scuro della sua vite, e per l’altra metà dal suo gusto leggermente amarognolo che lo caratterizza. La  coltivazione è estesa maggiormente nelle zone di Brindisi e Lecce e, in piccola parte, anche nel tarantino. Com’è già noto, il Negramaro così come tutti i vini rossi, è ricco di polifenoli e vitamina E, utili a prevenire formazioni di coaguli riducendo il cosiddetto colesterolo dannoso.

Il mio abbinamento
A questo straordinario vino ho voluto abbinare un secondo di carne di diaframma equino cotto alla brace.
La parte del diaframma contiene un’alta valenza proteica, ricca di ferro e, se cotto a bassa temperatura preserva il contenuto acido-lattico. E’ a mio parere una prelibatezza tenera e succulenta in perfetta armonia con il Negramaro per via del suo colore rosso intenso, dei suoi profumi di frutti rossi, la sua leggera speziatura e la sua nota tannica e amarognola, avvolgente e persistente. Con questo abbinamento omaggiamo un pezzo di storia della Puglia, terra dai sapori forti e decisi, dai colori caldi e dai profumi intensi.

Il mio consiglio
Bere bene in qualità e non in quantità...pane finché dura ma vino a misura!!!


Giuseppe Lo Vecchio













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